HPV PERSISTENTE: perché non si negativizza e quali sono i trattamenti più efficaci.
Quando il virus HPV resta nel tempo e non va via, non bisogna allarmarsi ma agire in modo mirato. Vediamo strategie, metodi e trattamenti più efficaci per eliminarlo definitivamente

COS’E’ L’HPV E PERCHE’ E’ COSI’ DIFFUSO
Il papillomavirus umano (HPV) è uno dei virus più comuni al mondo. Si trasmette principalmente per via sessuale, ma anche attraverso contatti cutanei o mucosi. Ne esistono oltre 200 genotipi, e solo alcuni — i cosiddetti “ad alto rischio” (come HPV 16, 18, 31, 33, 45) — sono associati a lesioni del collo dell’utero.
La maggior parte delle donne infettate lo elimina spontaneamente entro 6-12 mesi, grazie alla risposta immunitaria. Tuttavia, in circa il 10–15% dei casi, il virus persiste: rimane cioè “silente”, senza dare sintomi, ma continua a replicarsi e a interferire con le cellule cervicali. È questa condizione che chiamiamo HPV persistente.
QUANDO SI PARLA DI HPV PERSISTENTE
Si definisce HPV persistente la presenza dello stesso genotipo virale in due o più test consecutivi a distanza di almeno 12 mesi.
Il problema non è tanto la presenza del virus, quanto la sua mancata eliminazione nel tempo, che può favorire la comparsa di lesioni intraepiteliali (CIN 1–2–3) se non trattate.
Un’infezione transitoria non ha conseguenze. Ma quando l’HPV si “cronicizza”, occorre capire perché e intervenire sui fattori che ne impediscono la risoluzione.
PERCHE’ IL VIRUS NON SI NEGATIVIZZA?
Le cause di persistenza possono essere sistemiche (cioè legate al sistema immunitario) oppure locali (legate all’ambiente vaginale o cervicale).
Infiammazioni locali croniche, alterazioni del Microbiota vaginale, uso improprio di antibiotici sistemici, calo nelle difese immunitarie, fumo di sigaretta, alterazioni ormonali possono favorire la persistenza e quindi la mancata negativizzazione del Papilloma Virus (HPV).

GLI ESAMI DA FARE QUANDO L’HPV NON VA VIA
Una diagnosi accurata è fondamentale per scegliere la strategia giusta.
Il percorso diagnostico dovrebbe includere:
- Test HPV DNA tipizzato, per individuare il genotipo (alto o basso rischio).
- Pap test e, se alterato, colposcopia con eventuale biopsia mirata.
- Valutazione del microbiota vaginale, utile per capire se vi è carenza di lattobacilli “buoni”.
- In alcuni casi, test immunitari o dosaggi vitaminici per verificare carenze che indeboliscono la risposta immunitaria.
QUALI TRATTAMENTI PER L’HPV PERSISTENTE?
1️⃣ APPROCCIO MEDICO
Se sono presenti lesioni cervicali (CIN 1–2–3), il trattamento può prevedere:
- Laserterapia o diatermocoagulazione, per rimuovere le cellule anomale.
- Escissione con ansa diatermica (LEEP) nei casi di lesione di alto grado.
- Follow-up ravvicinato con Pap test e colposcopia ogni 6 mesi.
Per le donne senza lesioni ma con HPV persistente, oggi si usano anche:
- Vaccino HPV (anche in età adulta): aiuta il sistema immunitario a “riconoscere” meglio il virus e riduce la probabilità di reinfezione e persistenza. Utile in questi casi la vaccinazione anche del partner.
- Immunostimolanti sistemici o locali (beta-glucani).
- Trattamento di infezioni cervico-vaginali concomitanti con antisettici locali che aiutano quindi a ristabilire un normale Microbiota Vaginale
2️⃣ APPROCCIO INTEGRATO
Negli ultimi anni la medicina ha confermato l’importanza di un approccio globale. Per eliminare il virus occorre potenziare il sistema immunitario e ricostruire un ambiente vaginale sano.
- Alimentazione antinfiammatoria e antiossidante: frutta e verdura colorata, omega-3, cereali integrali.
- Vitamina D, C e zinco: regolano la risposta immunitaria. Ma anche altre vitamine e sostanze naturali come l’Epigallocatechina Gallato, Acido Folico, Vitamina B12, Acido Ialuronico hanno mostrato interessanti capacità di controllo.
- Probiotici vaginali o orali (Lactobacillus crispatus, rhamnosus GR-1, reuteri): ripristinano il microbiota e favoriscono la clearance virale.
- Attività fisica moderata, sonno regolare e riduzione dello stress cronico.
- Stop al fumo, che triplica il rischio di persistenza virale.
- Igiene intima e sessuale. Certamente anche questo aspetto non può essere tralasciato. Uso del condom.
Molte pazienti beneficiano di protocolli personalizzati che uniscono terapie locali immunomodulanti e riabilitazione del microbiota.

COSA NON FARE
- Non affidarsi a rimedi “naturali” senza basi scientifiche o acquistati online.
- Non interrompere i controlli anche se l’HPV si negativizza una volta.
- Non sottovalutare l’importanza del partner: può essere portatore asintomatico del virus e reinfettare.
QUANDO PREOCCUPARSI?
Un HPV persistente non è una condanna, molte donne convivono con una positività che, se gestita correttamente, non evolve mai in lesioni.
Ciò che conta è la sorveglianza periodica e la prevenzione attiva. I segnali d’allarme che meritano attenzione:
- Pap test anomali ripetuti,
- Lesioni visibili alla colposcopia,
- Sintomi persistenti come perdite o bruciori inspiegabili.
NEGATIVIZZARE IL TEST HPV. MISSIONE POSSIBILE.
L’HPV persistente è una sfida sempre più frequente, ma oggi affrontabile.
Capire perché il virus resta e agire su più fronti — medico, immunitario e vaginale — permette nella maggior parte dei casi di ottenere la negativizzazione spontanea nel giro di mesi.
“La chiave non è eliminare il virus con un singolo trattamento, ma aiutare il corpo a farlo da sé, ristabilendo equilibrio e difese naturali.”
