PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA (PMA). I motivi più frequenti di fallimento.
Del perché falliscono i tentativi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), delle possibili cause, si parla poco. Semplice dato statistico insito nella procedura o motivo di riflessione?Eppure l’argomento è molto importante.

LA PMA, UN AIUTO SEMPRE PIU’ IMPORTANTE MA ANCORA CON MOLTI LIMITI
La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è diventata oggi uno strumento fondamentale per aiutare le coppie che non riescono ad avere figli in modo naturale. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 15% delle coppie in età fertile presenta problemi di infertilità, un dato in costante crescita a causa di fattori ambientali, stili di vita, età avanzata e patologie croniche. La PMA consente di superare molte di queste difficoltà, offrendo tecniche sempre più sofisticate. Tuttavia, è importante non creare illusioni: i tassi di successo non sono così elevati come spesso si immagina, e molti cicli falliscono. Comprendere perché accade è il primo passo per affrontare il percorso con maggiore consapevolezza e serenità.
LA STORIA DI UNA CURA RIVOLUZIONARIA
La storia della PMA è una storia di progresso. Dopo la nascita della prima bambina concepita in vitro nel 1978, la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante. Oggi disponiamo di tecniche come la FIVET, la ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo), la vitrificazione ovocitaria, l’uso di incubatori a controllo dinamico (time-lapse) e l’analisi genetica preimpianto (PGT-A), tutte volte a migliorare le probabilità di gravidanza. Si è inoltre diffuso il concetto di “medicina della riproduzione personalizzata”, che tiene conto non solo dei parametri biologici, ma anche dello stato psicologico della coppia. Tuttavia, accanto all’evoluzione tecnologica, resta la necessità di una corretta comunicazione medico-paziente: molti centri tendono a enfatizzare i successi, trascurando il racconto dei fallimenti.
PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA: LE PERCENTUALI DI SUCCESSO, NUMERI REALI NON ILLUSIONI
Le percentuali di successo variano ampiamente. In Italia, secondo l’ultima Relazione al Parlamento sulla PMA, la percentuale media di gravidanza clinica per ciclo di trattamento con FIVET o ICSI è del 22,5%, ma scende al 15% nei cicli effettuati con ovociti propri in donne sopra i 40 anni. La probabilità cumulativa di gravidanza dopo più cicli può arrivare anche al 40-50%, ma ciò richiede tempo, risorse economiche e forza psicologica. È fondamentale che le coppie siano informate in modo completo fin dall’inizio, evitando false aspettative. Anche nei migliori centri, infatti, la PMA non è garanzia di successo e spesso è necessario più di un ciclo per ottenere un risultato positivo.
I MOTIVI PIU’ FREQUENTI DI FALLIMENTO DEI TENTATIVI DI RIPRODUZIONE ASSISTITA
Affrontiamo ora le principali cause di insuccesso nella PMA:
– Età materna avanzata: Il fattore età è determinante. Dopo i 35 anni inizia una progressiva riduzione della qualità e quantità degli ovociti, e dopo i 40 anni il tasso di aneuploidie embrionali è molto alto. Questo significa che anche se l’embrione si forma, può non essere geneticamente compatibile con lo sviluppo di una gravidanza.
– Bassa qualità ovocitaria o embrionaria: La qualità degli ovociti non dipende solo dall’età. Alcune donne giovani hanno una riserva ovarica ridotta o ovociti di qualità subottimale per motivi genetici o legati a fattori ambientali (stress ossidativo, inquinanti, dieta). L’embrione che ne deriva può avere scarso potenziale d’impianto.
– Endometrio non ricettivo: L’endometrio deve essere spesso almeno 7-8 mm e trilaminare al momento del transfer. Anche la finestra d’impianto può variare da donna a donna. Alcuni test (ERA test, ReceptivaDx) cercano di identificare il momento più favorevole per il trasferimento embrionale.
– Patologie uterine: Fibromi, polipi endometriali, sinechie (aderenze), malformazioni (utero setto, bicorne), adenomiosi e infezioni croniche (endometriti) sono condizioni che possono compromettere l’impianto.
– Alterazioni immunologiche e trombofilie: Anche se la medicina basata sull’evidenza ancora non ha trovato univoca conferma sull’utilità di trattamenti immunomodulanti, in alcuni casi la presenza di autoanticorpi o disfunzioni della tolleranza immunitaria possono ostacolare l’annidamento.
– Fattori maschili: L’infertilità maschile contribuisce a circa il 50% dei casi di infertilità di coppia. Parametri come frammentazione del DNA spermatico, alterazioni morfologiche e motilità influenzano lo sviluppo dell’embrione.
– Aspetti tecnici del laboratorio: Ogni passaggio — dalla stimolazione ovarica alla coltura embrionale — può influenzare il risultato. La qualità dell’embriologo, degli incubatori, del mezzo di coltura e persino della temperatura nelle fasi di manipolazione è determinante.
– Stile di vita e ambiente: Il fumo, l’obesità, l’alcol, la sedentarietà, l’inquinamento ambientale e il lavoro notturno hanno un impatto negativo documentato sulla fertilità maschile e femminile.
– Strategie ripetitive senza personalizzazione: Fare più cicli senza modificare l’approccio, senza analisi approfondite o senza diagnosi di fallimento d’impianto può diventare una spirale di frustrazione per la coppia.

FINO A QUANDO E’ GIUSTO INSISTERE DOPO L’INSUCCESSO RIPETUTO DEI TENTATIVI PMA?
E’ la domanda più difficile per chi sta seguendo un percorso di Riproduzione Assistita costellato da insuccessi ripetuti.
Il momento di fermarsi è certamente diverso per ogni coppia. Alcune resistono fisicamente e psicologicamente a più cicli, altre subiscono purtroppo un forte stress già dopo il primo insuccesso, alcune possono presentare delle complicazioni.
I segnali da considerare includono la risposta ovarica ai farmaci, la qualità embrionaria, i livelli ormonali, lo stato emotivo e relazionale della coppia. In alcuni casi il team del Centro PMA può valutare il ricorso alla donazione di gameti o embrioni, altre volte può suggerire alternative come l’adozione.
In questi casi è importante che il medico sia un accompagnatore empatico e competente, e che la coppia possa confrontarsi con esperti in psicologia della riproduzione.
LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA RICHIEDE CONSAPEVOLEZZA
La PMA ha aperto nuove possibilità per milioni di coppie, ma non è priva di limiti. Affrontare il tema del fallimento è un atto di onestà e responsabilità da parte dei Centri di fertilità e degli Specialisti Ginecologi che seguono queste coppie. La comunicazione trasparente dei dati, il supporto emotivo e la personalizzazione dei trattamenti sono gli strumenti migliori per aiutare le coppie non solo a “provare” una gravidanza, ma a vivere un percorso più umano, dignitoso e rispettoso dei loro tempi e desideri.
